I quindici “volti” dell’arte emotiva, che si fa analfabeta per comunicare ai giovani

Esperienze sensoriali che educano al vivere. “Analfabetismo Emotivo” di Juna e Marco è un viaggio fatto di quindici scatti, che racconta ciò che i giovani d’oggi non riescono a dire a parole. Un percorso al termine del quale l’emotività, rimasta silente, relegata, ignara, deve manifestarsi con forza.

L’arte in genere, da sempre, ha rappresentato per l’umanità la più “bella” forma di denuncia disponibile. Non solo quella pittorica, fotografica (come in questo caso), ma anche letteraria, musicale e altre forme d’espressione.

Daniel Goleman ha portato al grande pubblico il tema dell’intelligenza emotiva, prima riservato a pochi addetti ai lavori. L’incapacità di riconoscere e controllare le proprie emozioni. L’analfabeta emotivo è vittima di un inaridimento del cuore, che lo rende incapace di provare empatia e compassione; è freddo, imprevedibile.

Vi dice niente “Blue Whale”? Il gioco dell’orrore perpetrato dal web ha portato alla morte di

numerosi adolescenti. L’analisi degli esperti si chiama disagio giovanileUn tema che riscuote grande interesse nell’opinione pubblica, un’emergenza che, a parole, è stata affrontata una grande quantità di volte. L’incapacità di poter progettare un futuro normale, porta inevitabilmente ad una totale rassegnazione con il successivo annientamento di ogni ambizione.

Juna ha avuto l’idea durante un esercizio di training teatrale presso l’Accademia Vesuviana del teatro di Gianni Sallustro. Da fotografa professionista, ha messo a “nudo” i disagi giovanili, immortalandoli in 15 scatti, dopo che molti alunni del corso avevano mostrato la loro paura per il futuro.

Lo scopo è sensibilizzare il pubblico e allo stesso tempo mostrare ai giovani stessi che l’arte è un mezzo di comunicazione in cui veicolare le emozioni.

La fotografia di “Analfabetismo Emotivo, viaggio per immagini nel disagio del vivere nel nuovo millennio”, è stata realizzata con l’aiuto di un team composto da: Anna Bihas (modella); Teresa Iodice (makeup artist); Giovanna Maresca (scenografa, attrice e pittrice); Licia Marotta (hair stylist); Veronica Brusciano e Simona Caravella (attori); Lina Napolitano (makeup artist).

“Questo progetto è uno sguardo crudo e disincantato su un aspetto particolarmente deleterio del vivere d’oggi”, ha commentato Juna, durante la presentazione del vernissage della seconda tappa della mostra itinerante, tenutosi alla Chiesa dei Santi Apostoli di Nola. “L’arte provocatoria delle immagini è strumento attraverso cui esse possono, si spera, riuscire a scuotere la coscienza dello spettatore. La società in cui viviamo è troppo spesso assurda, astratta e devastante. Nella mia esposizione mi sono concentrata sui giovani per la fragilità e la predisposizione ad essere plasmati diventando, inevitabilmente, più vulnerabili”.

In ognuna delle fotografie c’è uno “storytelling” preciso, che mostra a chi guarda il mondo interiore del giovane d’oggi. La tecnica scelta tocca l’arte teatrale e quella cinematografica. Si presenta rassomigliante a un quadro su tela con colori ad olio. Come se fosse un dipinto e non uno scatto. Sì, un dipinto della realtà, un messaggio che in ogni “storia”, si sviluppa con attività creativa e scenografica su sfondo nero.

Durante la presentazione, infatti, oltre alle opere vere e proprie, si sono ammirate delle istallazioni, che altre non erano che le scene di ogni scatto.

Il progetto è stato sposato anche da due attori. Maria Bolignano, madrina della prima presentazione di “Analfabetismo Emotivo”, svoltasi alla Casina Pompeiana di Napoli lo scorso 13 luglio e Maurizio Casagrande che ha così commentato:

“Oggi è tutto un po’ facile. Sui social? Tutti parlano. Dicono delle cose, però se provi a controbattere, a discutere su una questione, ti accorgi che dietro a quel pensiero spesso non c’è nulla. Ho passato la mia gioventù a combattere affinché tutti potessero dire ciò che volevano. Insieme ad altri giovani come me sono sceso in strada, ho partecipato a cortei e lotte… paradossalmente quando si è ottenuta la libertà abbiamo lasciato la parola ad una banda di imbecilli che non sanno che cosa dire. Questo mi sembra uno spreco”.

La mostra sarà in esposizione fino al 25 novembre, alla Chiesa dei Santi Apostoli di Nola, non mancate… ne vale veramente la pena!

 

 

 

Sonia

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